Oscar della politica – i risultati

Ciao a tutti, ormai le urne sono chiuse e nottetempo è avvenuto il conteggio delle schede, siete curiosi dei risultati? Scopriamo quali partiti e politici hanno vinto gli oltre 10 Oscar in palio!

Elezioni politiche 2018 e notte degli Oscar: quale migliore data se non domenica 4 marzo per aprire “Oscar della politica – il sondaggio”? Le urne sono rimaste aperte per sei giorni, fino alle ore 23.59 di sabato 10 marzo, e sono lieta di annunciare che abbiamo avuto 30 partecipanti.

I risultati sono davvero sorprendenti: alcuni Oscar mi hanno davvero stupita, mentre in altri ho trovato un’analogia con la cronaca recente di questi giorni, per questo troverete abbinato ad ogni Oscar un commento o una interpretazione. Vige la regola che commenti e – ovviamente – risultati non rispecchiano le intenzioni di voto dell’autrice.

Bando alle ciance, ecco i risultati!

1. Il 4 marzo vai o sei andato a votare?

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Fra tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio, ben il 96,7% si è recato alle urne: solo 1 partecipante ha dichiarato di non esservi andato.

2. A quale partito assegneresti l’Oscar al miglior film?

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1° posto: Movimento 5 Stelle

2° posto: ex aequo fra Partito Democratico e +Europa

3° posto: ex aequo fra Forza Italia e Lega

Questo Oscar si è dimostrato molto divisivo, infatti vediamo la torta tagliata in tanti spicchi: qui l’elettorato ha compiuto scelte eterogenee ma come trend emergono il M5S, il PD e +Europa. Non so con quale spirito siano stati votati i tre: la domanda avrebbe potuto prestarsi sia a un’interpretazione ironica (il miglior “film” inteso come prodotto artificiale) sia a una che renda un vero omaggio al migliore dei partiti in gara.

3. A quale partito assegneresti l’Oscar al miglior film d’animazione?

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1° posto: ex aequo Casapound, Forza Italia e Civica Popolare

2° posto: M5S

3° posto: ex aequo Lega e astenuti

Questo Oscar mi ha dato da pensare: Casapound potrebbe essere associata al miglior film d’animazione per la presenza di facinorosi e la tendenza alla mobilitazione dei suoi membri, con un’interpretazione ironica della domanda, mentre Civica Popolare è stata bersaglio di ironia a causa del fiore stilizzato presentato come simbolo di partito. Alto anche il numero di astenuti (3), e addirittura 1 persona non ha votato: il totale delle risposte è 29.

4. A quale partito assegneresti l’Oscar al miglior cortometraggio?

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1° posto: Liberi e Uguali

2° posto: +Europa

3° posto: ex aequo PD, Popolo della Famiglia, Potere al Popolo

Come miglior cortometraggio i più votati sono stati Liberi e Uguali (fondato nel dicembre 2017) e +Europa (novembre 2017), i partiti più giovani (in termini di tempo) dell’intero ventaglio elettorale. In questo caso la brevità si riferirebbe al passato, mentre penso che alcuni voti siano andati a partiti più “anziani” come il PD o Popolo della Famiglia perché i votanti hanno previsto (o si augurano?) un loro imminente scioglimento. Anche qui abbiamo un totale di 29 voti.

5. A quale partito assegneresti l’Oscar alla migliore sceneggiatura?

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1° posto: Forza Italia

2° posto: PD

3° posto: ex aequo M5S e Lega

Qui emerge una netta preferenza per Forza Italia come Oscar alla miglior sceneggiatura che conquista 1/3 dei voti su una base di 27 risposte.

6. A quale personaggio politico assegneresti l’Oscar al miglior attore?

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1° posto: Silvio Berlusconi

2° posto: Alessandro Di Battista

3° posto: Matteo Renzi

Anche qui, come nella domanda precedente, emerge la netta assegnazione del premio come migliore attore al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Il cambiamento di strategia comunicativa del politico è stato molto forte: alle elezioni politiche del 2013 era percepito come il leader delle feste di Arcore, mentre per le elezioni 2018 ha preferito un’immagine sobria, paternalistica e animalista iniziata sin dalla Pasqua 2017 quando Berlusconi è stato fotografato intento ad allattare un agnellino con il biberon. Un profilo che tende a rassicurare l’elettore in queste elezioni turbolente. Da notare il secondo posto dato al pentastellato Di Battista.

7. A quale personaggio politico assegneresti l’Oscar alla migliore attrice?

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1° posto: Giorgia Meloni

2° posto: Emma Bonino

3° posto: ex aequo Beatrice Lorenzin e astenuti

I 29 voti di questo Oscar vedono una forte attribuzione alla leader di Fratelli d’Italia, partito fondato nel dicembre 2012, che colleziona oltre la metà dei voti in un panorama politico femminile che, rispetto a quello di genere maschile, risente di una minore ampiezza. Ricordiamo che anche questo Oscar, come in diversi precedenti, è particolarmente suscettibile ad una doppia interpretazione, e che il voto potrebbe esser frutto sia di un’interpretazione letterale da parte degli estimatori di Giorgia Meloni sia di un’interpretazione ironica.

8. A quale personaggio politico assegneresti l’Oscar al miglior attore non protagonista?

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1° posto: Beppe Grillo

2° posto: Alessandro Di Battista

3° posto: ex aequo Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, astenuti

L’Oscar al miglior attore non protagonista va a Beppe Grillo che più avanti scopriremo anche essere vincitore di un altro Oscar. Penso che la premiazione come attore non protagonista sia dovuta al suo ruolo di garante e regista del Movimento 5 Stelle. A tal proposito mi colpisce anche il secondo posto di Alessandro Di Battista, già arrivato secondo all’Oscar come miglior attore: forse la mancata vittoria dell’Oscar è dovuta al suo ruolo sempre più marginale all’interno del Movimento. Nonostante abbia partecipato attivamente a questa campagna elettorale non si è più ricandidato come parlamentare, in linea con quanto annunciato nel novembre 2017.

Presenti anche Pietro Grasso e Antonio Ingroia con 1 voto a testa, due candidati che hanno iniziato la propria carriera in un ambiente esterno alla politicaIngroia, magistrato della Procura di Palermo fino al 2012, nel 2013 è stato candidato premier per la lista Rivoluzione Civile in una campagna elettorale accompagnata dalla canzone di Fiorella Mannoia “Io non ho paura” come “colonna sonora”. Pietro Grasso è stato giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra (1986-1987), poi Procuratore della Repubblica di Palermo, nel 2005 procuratore nazionale antimafia, Presidente del Senato dal 2013 al 2018. Nel 2015 è stato anche presidente supplente della Repubblica Italiana, ruolo ricoperto a causa delle dimissioni di Giorgio Napolitano da Presidente della Repubblica fino al giuramento di Sergio Mattarella.

9. A quale personaggio politico assegneresti l’Oscar alla migliore attrice non protagonista?

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1° posto: Beatrice Lorenzin

2° posto: Emma Bonino

3° posto: ex aequo Viola Carofalo, Giorgia Meloni, astenuti

L’Oscar come miglior attrice non protagonista va a Beatrice Lorenzin, leader di Civica Popolare e Ministro della Salute dall’aprile 2013 prima del governo Letta e poi riconfermata sia dal governo Renzi che da quello Gentiloni. Lorenzin strappa l’Oscar alle concorrenti per il rotto della cuffia: su un totale di 29 risposte, la nostra politica è tallonata dalle altre tre candidate che hanno ottenuto un numero molto simile di voti.

10. A quale personaggio politico assegneresti l’Oscar al/alla migliore regista?

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1° posto: Beppe Grillo

2° posto: Silvio Berlusconi

3° posto: Matteo Renzi

Un Oscar molto combattuto: è impossibile non notare la prossimità di voto tra Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, il quale arriva a questo Oscar già forte della vittoria come miglior attore non protagonista. Anche qui, penso che i due siano apparsi come “registi” perché Berlusconi è il massimo esponente di Forza Italia ma non può essere eletto a causa dell’interdizione dai pubblici uffici avvenuta nel 2013 come condanna per frode fiscale (ma per il 2019, anno in cui terminerà l’interdizione, ha dichiarato di essere pronto a ricandidarsi come premier), mentre Grillo ha il ruolo (ormai sempre più lieve) di garante del Movimento 5 Stelle ma non è un politico.

I due sono seguiti in lontananza da un Matteo Renzi che strappa solo 3 voti: un 3° posto che, comunque, riflette la sua leadership sul Partito Democratico nonostante la premiership di Paolo Gentiloni. Infatti molti commentatori hanno percepito quello di Gentiloni come un governo “guidato” dalla regia di Renzi.

Per quanto riguarda Grillo, nel suo recente show “Grillo vs Grillo” il comico ha fatto notare una curiosità che nel corso di questi anni gli ha causato non pochi sobbalzi: non poteva fare il “comico” perché padre fondatore del Movimento 5 Stelle, ma non poteva neanche essere un “politico” a tutti gli effetti perché non era candidato in Parlamento, e dunque non godeva né dell’immunità parlamentare né dello stipendio da Onorevole.

11. A quale personaggio politico assegneresti l’Oscar al miglior trucco + effetti speciali?

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1° posto: Silvio Berlusconi

2° posto: Matteo Renzi

3° posto: ex aequo Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Silvio Berlusconi è vincitore dell’Oscar al miglior trucco + effetti speciali con il 51,7% delle 29 risposte, una scelta che riflette l’uso del cerone da parte del politico di Arcore. Ma ricordiamoci che nel 2014, con sorpresa di molti, Berlusconi aveva posato senza trucco in alcune foto scattate da Paul Stuart per il magazine “Sunday Times” che gli dedicò una copertina con il titolo “After the fall” (“Dopo la caduta”).

12. A quale personaggio politico assegneresti l’Oscar al merito?

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1° posto: Emma Bonino

2° posto: Luigi Di Maio

3° posto: astenuti

La maggioranza di quasi 1/3 delle 29 risposte assegna l’Oscar al merito ad Emma Bonino. A mio parere, questo voto riflette il riconoscimento ad una politica di lungo corso che viene stimata per le sue battaglie a favore dei diritti civili, ma non viene percepita come l’esponente di punta della politica italiana.

Come ha scritto Elisabetta Povoledo del “New York Times” in un articolo pubblicato sul settimanale “Internazionale” di questa settimana, la popolarità di Emma Bonino non è andata sempre di pari passo con i voti, tanto che la politica è solita ripetere “amatemi di meno e votatemi di più”. In passato, i voti del Partito Radicale si fermavano spesso al 2% contro il 3% necessario per ottenere un seggio in parlamento. Nello stesso articolo si fa riferimento alla frase di Emma Bonino secondo cui la popolarità dei radicali inizialmente è molto bassa, poi si alza nel corso della battaglia, per essere infine dimenticati di nuovo.

Articolo di: Alice Palombarani

Scritto e pubblicato il: 11/03/2018

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