Maker Faire 2015: intervista a Paola Magrone, docente di Matematica a Roma Tre

Sabato ho visitato la Maker Faire, la fiera dell’innovazione tecnologica che si è tenuta a Roma dal 16 al 18 ottobre. Ma chi sono i makers? Ho visitato lo stand di Roma Tre, dove ho incontrato la docente di matematica Paola Magrone e i suoi studenti. Ne è uscita questa intervista.

“Buongiorno Paola. Ci spieghi chi è e perché e qui”

“Io insegno Matematica al Dipartimento di Architettura di Roma Tre. Mi occupo di studio delle derivate parziali: cerco di capire se hanno una soluzione o se non ce l’hanno; alcune sono dei modelli di qualche fenomeno, altre hanno un interesse unicamente matematico”

IMG_20151017_125227215“Cosa significa fare ricerca?”

“Io faccio ricerca di base e apprendimento informale della matematica. Tu non sai mai quello che stai cercando, ti fai una domanda onesta e interessante, ci lavori; spesso si capisce a cosa serve solo dopo anni. La storia della matematica è piena di questi esempi; la crittografia moderna, che serve a rendere sicure le transazioni bancarie e gli acquisti online, appartiene alla teoria dei numeri, che è una branca della matematica del tutto astratta”

“In passato avete fatto degli incontri con gli studenti per spiegare la matematica anche a chi non la studia”

“Il laboratorio Formulas parla di matematica al pubblico e fa mostre da una decina di anni, facciamo sperimentare soprattutto con le mani. Spieghiamo in un contesto non didattico, riusciamo a dare dei messaggi di cui ognuno capisce una certa profondità”

“Noi ci siamo incontrate proprio in uno degli eventi della Settimana Europea dei Ricercatori, in un tour a Piazza San Pietro. Vedere una cosa concreta che mi interessava dal lato artistico e scoprirne il risvolto matematico…”
(leggi l’articolo sulla Settimana dei Ricercatori –> clicca qui)

“Lei era attentissima e curiosa. Come dico io, “non fa parte del pubblico quadratico medio” (ride). Quello era un contesto non didattico. Io all’inizio mi ponevo il problema di come approcciarmi e come far capire qualcosa… invece no, far capire vuol dire che il pubblico deve studiare; invece gli devi accendere una lampadina, una curiosità”

“Come si trova ad Architettura?”

“Molto bene, è faticoso perché ci sono tantissimi studenti. Cerco di dargli le frecce per il loro arco”

“Come è iniziato il suo percorso di studio?”
“Mi sono laureata e addottorata all’università di Tor Vergata a Roma. Da piccola volevo fare l’ingegnere, poi all’ultimo anno di liceo ho capito che mi piaceva la matematica pura, e mio padre mi ha incoraggiata”

“In che modo Roma Tre è presente oggi alla Maker Faire?”

“L’unico spazio di Roma Tre presente oggi è Architettura, gli studenti sono i miei e sono qui in forma gratuita, sono felici di questa esperienza e di potersi girare la fiera. Hanno accettato di fare un lavoro abbastanza gravoso: sono qui 8 ore al giorno, parlano continuamente con le persone, ripetono la stessa cosa trecento volte, piegano migliaia di poliedri. Il dipartimento di Architettura mi ha dato gli studenti, che sono la materia prima”

“Se io volessi studiare matematica, cosa mi consiglierebbe? Quali prospettive di lavoro avrei?”

“E’ una buona scelta: la matematica è un mestiere. Un posto per insegnare matematica nel mondo si trova! Se uno se la sente e non si mette paura, e non ce ne sarebbe motivo, io la consiglierei”

“Ho l’impressione che i matematici si tengano un po’ dietro le quinte…”

“Sono dei soggetti! (ride). I matematici tendono a stare troppo rintanati e di questo se ne è parlato a settembre al Convegno di Matematica Italiana: occorre uscire dalla gabbia perché il mondo non sa cosa facciamo – e neanche ci finanziano i progetti”

“Lei cosa cerca dalla matematica?”

“Forse sono esagerata, ma la matematica è come la poesia, non ha un’utilità pratica immediata ma è cibo per lo spirito. Se guardi in profondità, in ogni cosa c’è la matematica”

“I miei compagni di classe andavano in estasi di fronte alla legge di gravitazione universale”

“Io pure! Per esempio, esiste un’equazione che contiene tutti i numeri fondamentali, il pi greco, 0, 1, e, i, ed è meraviglioso, quindi li capisco. Siamo fortunati, ci basta poco”

“Vuole presentare i ragazzi e le ragazze che sono allo stand?”

(A mercoledì 28 per la seconda partedell’intervista!! eccola qui)

Intervista e articolo di: Alice Palombarani

Scritto e pubblicato il: 26.10.2015

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