La nuova bottega rinascimentale: come può il digitale aiutare gli artigiani del Made in Italy?
Roma, Maker Faire 2018. Sono andata anche quest’anno all’appuntamento arrivato alla VI edizione, dal 12 al 14 ottobre. Tre interviste originali a una donna e due uomini creativi nel settore dell’abbigliamento, del tessile e della falegnameria: come riescono a integrare manualità e digitale? In che modo il digitale può iniettare nuova linfa vitale al Made in Italy? Iniziando da 10 parole chiave fra cui innovazione, multimedialità e risparmio di tempo.
Fra stampanti 3D, gare di droni, coltivazioni idroponiche e robot, sono andata nel settore che a prima vista sembrerebbe il più distante dall’innovazione digitale: l’artigianato. E invece!
Scopriamo cosa ci hanno rivelato del loro lavoro: guarda il video qui sotto e continua a leggere l’articolo che prosegue sotto il video –>
Artigianato digitale, le 10 parole chiave:
- Industria circolare
- Valore aggiunto
- Trasformazione
- Arte
- Manualità
- Innovazione
- Multimedialità
- Tridimensionale
- Conversazione
- Risparmio di tempo
La Maker Faire oggi
La Maker Faire si presenta come un’esposizione scientifica e divulgativa per bambini scolaresche e famiglie da un lato, professionisti e addetti ai lavori dall’altro. Si può affrontare sia come una fiera delle curiosità, sia come un’occasione per toccare provare costruire, sia con uno spirito critico per sondare lo stato di fatto e le recenti direzioni prese dell’innovazione. Lo spirito dei maker è rimasto sempre uguale (ne parlai già in un articolo sulla Maker Faire edizione 2014) ed è da notare la presenza delle Università pubbliche romane e non solo (nel 2015 intervistai i ragazzi di Architettura di Roma Tre e nel 2016 diedi la parola ad alcuni studenti e docenti sperimentando – allo stesso tempo – come realizzare video interviste).
Ne è passato di tempo da quando restavamo estasiati di fronte alle stampanti 3D, anni fa, al Palazzo dei Congressi all’Eur! Le abbiamo viste crescere sui banchi degli espositori e trovare nuove applicazioni in nuovi settori, e anno dopo anno sono transitate dall’avanguardia digitale a una posizione più solida. Accanto a loro, in termini di capacità di calamitare l’attenzione, la band composta da musicisti-robot e la voliera dei droni, come in uno zoo ultramoderno.
Come ogni anno lo spazio espositivo della Nuova Fiera di Roma conta una decina di padiglioni, incontri, e anche workshop sul metodo creativo di Bruno Munari. Il tempo ottimale di visita è di 4-5 ore, ma se si vuole affrontare il tour con maggiore calma e dettaglio suggerisco di considerare un investimento di 2 giorni.
Alla prossima edizione!
Articolo di: Alice Palombarani
Scritto e pubblicato il: 02.11.2018
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