Le relazioni pericolose

Il caso Grandi Opere, il Ministro Lupi ed Ercole Incalza. La ricostruzione di uno scandalo in tre atti. Con un’intervista esclusiva per Occhiaperti.


Che la politica si nutra di legami informali è risaputo. Ma al di sotto del Ministro, che è al vertice, languisce una palude di cariche e carichette oscura e inesplorata. Sono una studentessa di Scienze Politiche; come potrei applicare i miei studi? Mi sono fatta coraggio, ho indossato lo scafandro e mi sono immersa per ricostruire un quadro più chiaro.

Lo scorso marzo scoppia il caso “Grandi opere”; viene coinvolto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi (NCD) e membri del suo entourage: uno “scandalo” durato appena 72 ore, culminato con le dimissioni del Ministro anche se non indagato (a quaranta giorni da Expo). La procura di Firenze apre il vaso di Pandora e mette in luce i legami fra politica, imprenditoria e alta burocrazia ministeriale.

Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti si occupa dei lavori e della costruzione di opere pubbliche, della navigazione, dell’aviazione civile e dei trasporti terrestri. L’amministrazione gestisce i contratti pubblici, cioè indìce una gara pubblica, valuta la migliore offerta, infine sceglie con chi stipulare il contratto. Questo ruolo era coperto dall’altro protagonista, Ercole Incalza, che attraverso numerose legislature è stato riconfermato governo dopo governo. Anche da Lupi. Secondo il Gip, Incalza dirigeva, bocciava e finanziava “ogni grande opera”, forniva consulenze intascando lauti pagamenti. Siamo di fronte a quello che i PM fiorentini definiscono un boss. Acconto a lui abbiamo il comprimario Stefano Perotti. Sullo sfondo troviamo coinvolti anche gli ex sottosegretari Rocco Girlanda (ai Trasporti ) e Antonio Bargone (ai Lavori Pubblici), l’ex responsabile del padiglione Italia di Expo Antonio Acerbo; Sandro Pacella (collaboratore di Incalza) che gode, secondo il Gip di Firenze, di legame losco con un ispettore della Guardia di Finanza. Lo spettacolo mediatico comincia a popolarsi: spuntano chimere con testa da imprenditori, corpo di stato, zampe di burocrazia. Che giocano un po’ troppo con il criterio di discrezionalità.

(continua dopo la foto)

chimera

Perché proprio Incalza? Perché le dimissioni? Quali carte ha in mano Renzi? Per capire meglio l’ho chiesto alla Prof.ssa Claudia Mariotti, docente di Sistema politico italiano presso Scienze Politiche all’università di Roma Tre. Lo spettacolo è ricco di oggetti di scena: ci sono Rolex da 10.000 €, abiti di sartoria, biglietti aerei.  Entrano in gioco le intercettazioni dei Ros su Incalza, che “non sono schiaccianti ma borderline”, dice Mariotti, “e Firenze parla di strettissimi rapporti tra Lupi e Incalza”. I regali? “Sono inopportuni ma non illegittimi”. Se la legislazione italiana non regola l’attività di lobby, quale deve essere il tenore di un regalo per essere considerato corruzione? “Quella di Lupi è una responsabilità indiretta, occorre ricordare che l’ex ministro non è indagato; ha la responsabilità degli atti compiuti dalle persone che ha nominato, fra cui quella di Incalza”. I ministri sono esponenti politici che si affidano a un pool di esperti e tecnici; in questo caso Lupi ha riconfermato Incalza capo della Struttura tecnica di missione.

La sede del ministero è vacante. Renzi freme. O Lupi si dimette motu proprio oppure il Parlamento dovrà votare la sfiducia individuale contro il singolo ministro (la Costituzione non parla di “revoca”); quindi “le dimissioni si configurano come un espediente per evitare la mozione di sfiducia individuale proposta da SEL”, mentre Renzi si affanna a ricompattare le correnti del PD. Sarà proprio lui a reggere il Ministero ad interim fino alla nomina del nuovo Ministro: la scelta del premier oscilla fra Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nonché suo braccio destro, e Raffaele Cantone, magistrato e capo dell’Autorità anticorruzione che supervisiona i lavori per l’Expo. Il 2 aprile Delrio viene nominato Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Perché l’uno e non l’altro? “C’è Expo, meglio che Cantone resti lì dov’è”, continua Mariotti, “Infrastrutture e Trasporti è un settore corruttibile; il premier ha deciso di nominare una persona a lui vicina per controllare meglio”.

Come una notizia che si rispetti, il sasso lanciato da Lupi increspa il lago mediatico. Ma le onde sono troppo alte. Personalmente ritengo che lo scandalo abbia avuto un’eco gonfiata e sproporzionata, quasi accanita. Lupi annuncia le dimissioni nel salotto nazionalpopolare di Porta a Porta, fornendo l’assist a Enrico Letta che annuncerà, stavolta da Fabio Fazio, il proprio ritiro a vita privata. “La stampa è in crisi”, prosegue Mariotti, “Lupi è andato da Vespa per rispondere alle accuse mosse dai media”. In parlamento per le accuse politiche, in tv per quelle mediatiche.

Tre giorni dopo lo scoppio dello scandalo è già tutto finito. Questa parola, che appartiene più alla cronaca rosa che alla politica, porta con sé un solo vincitore e tanti vinti, che comunque torneranno per i sequel. Lupi è caduto dalla padella, ma qualcuno gli evita la brace: Angelino Alfano lo incorona nuovo capogruppo NCD alla Camera (al posto di Nunzia De Girolamo).

E così anche Maurizio Lupi pesca la carta Imprevisti e torna al Via.

Articolo di: Alice Palombarani

Scritto il 28.04.2015

Pubblicato su www.trevolution.altervista.org il: 21.05.2015

Pubblicato su www.occhiapertiblog.wordpress.com il: 09.06.2015

Fonti:

– A.Barbera-C.Fusaro, “Corso di diritto pubblico”, Il Mulino, 2012

www.portaaporta.rai.it > puntate > puntata del 19 marzo 2015 (video dimissioni Lupi)

www.cinquantamila.it (biografie di Incalza e Perotti)

www.ansa.it (19 marzo 2015)

www.ilfattoquotidiano.it (articoli del 16 e 18 marzo 2015)

www.ilmessaggero.it > Primo Piano > Cronaca, 1° aprile 2015 (indagini su Antonio Acerbo)

www.iltempo.it > Cronache, 18 marzo 2015 (legami tra Pacella e finanziere)

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