Il 18 giugno Francesco Rutelli lancia la Scuola di Servizio Civico. Le lezioni, che prenderanno il via il prossimo 25 settembre, hanno l’ambizioso obiettivo di “formare il sindaco di Roma 2030”
Il lancio dell’iniziativa è eloquente: si è svolto in forma itinerante nel quartiere Tiburtino, simbolo delle contraddizioni della Capitale. Una scelta diversa dal solito, dinamica e coerente con la modalità di svolgimento delle lezioni.
La Scuola di Rutelli ammicca alle elezioni 2021
La Scuola di Servizio Civico è “analogica” e “non partisan”. Inoltre resterà accademia di formazione politica senza diventare movimento. Queste le indicazioni sul sito personale dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli.
Il lancio della scuola non avviene a caso. Lo scenario politico e amministrativo di Roma è dominato dalla corsa alle elezioni comunali 2021. Oltre che da forti critiche nei confronti della sindaca Virginia Raggi. La prima cittadina 5 Stelle, in carica dal 19 giugno 2016, entra infatti nell’ultimo anno di mandato.
Già il 19 dicembre 2017, un anno e mezzo dopo la vittoria su Roberto Giachetti (PD), la 34ª sindaca di Roma aveva annunciato di non volersi ricandidare. Quindi la Scuola rutelliana nasce nel periodo conclusivo dell’amministrazione Raggi.
La comunicazione della Scuola di Servizio Civico
- Il sito web della Scuola di Servizio Civico ha un layout semplice e lineare dominato dai colori rosso e arancione;
- La stella a 12 punte del logo, come vediamo qui sotto, richiama la pavimentazione di Piazza del Campidoglio, sede del Comune di Roma;
- I punti che si irradiano evocano pluralità, cittadinanza, partecipazione, e anche la relazione centro – periferia.
In generale, possiamo parlare di una comunicazione visiva coerente, a differenza delle card elettorali del centro-sinistra utilizzate per le politiche 2018.
Il sito web della Scuola di Servizio Civico adotta degli spunti di gamification per il coinvolgimento degli utenti, e riporta che:
Il prossimo sindaco di Roma […] non potrà essere una persona sola al comando, ma dovrà avere con sé almeno 100 persone dotate di competenza, di rappresentatività e di passione civica.
L’analogico abbaglia
Rutelli sottolinea che gli incontri didattici saranno caratterizzati dalla tangibilità. Questo perché, oltre ai tradizionali incontri frontali, vi saranno lezioni itineranti e sopralluoghi a cantieri aperti, lavori bloccati e testimonianze della città. Forse è per questo motivo che viene utilizzata la parola “analogico”. Un termine strettamente legato al digitale.
Infatti, la scuola guarda con favore all’introduzione dell’infrastruttura smart. La quale, come testimonia la card qui sotto, è premessa necessaria della “città digitale”:
Tuttavia, occorre prestare attenzione a non confondere l’online con il virtuale. Infatti i comportamenti che si attuano online fuoriescono dai bordi degli schermi di pc e smartphone e provocano conseguenze anche nella vita tangibile.
Per fortuna arriva in nostro soccorso la locuzione “on-land” che ci trae d’impaccio da questo dualismo e ci invita a un nuovo scatto cognitivo.
Leggiamo qualche riga dal sito:
Una scuola «non partisan» e «analogica».
Ma si comprende che l’ex sindaco vuole fare le cose in grande: professori internazionali, le tre università statali di Roma, la Luiss, startupper, youtuber.
Analogico potrebbe essere la definizione ironica che il 66enne Rutelli da di se stesso. Tuttavia, si tratta del termine che definisce la generazione dei Boomers e che, in quanto tale, rischierebbe di tagliare fuori quella stessa generazione che, invece, sta sui Social.
Continueremo a seguire gli sviluppi nella comunicazione della scuola nel corso dei prossimi mesi.
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